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LA QUALITA' DEGLI OLI ESSENZIALI

13.10.2018

COME RICONOSCERE UN OLIO ESSENZIALE DI QUALITA'

Recandosi presso Erboristerie, Farmacie e/o rivenditori online è facile incontrare diversi marchi di oli essenziali che spesso propongono varietà botaniche simili a prezzi incredibilmente diversi; è comprensibile domandarsi: perché?La risposta è semplice ma allo stesso tempo complessa ed articolata, poiché gli oli essenziali in commercio non sono tutti uguali né tutti di qualità e di conseguenza non tutti si prestano ad un utilizzo curativo,nascondendo insidie e a volte veri e propri pericoli.Andiamo con ordine: nella scelta di un olio essenziale bisogna prestare attenzione ad alcuni aspetti importanti che possono aiutarci a capire la qualità ed affidabilità del prodotto che stiamo acquistando.

1. Origine: la bontà di un olio essenziale dipende quasi esclusivamente dalla qualità della pianta da cui è stato ottenuto. È importante che sulla confezione venga riportata l'origine della specie vegetale corrispondente oltre al suo completo nome botanico. Questo aspetto è fondamentale per poter collegare l'olio essenziale al suo chemotipo che, come abbiamo già accennato, è strettamente dipendente dalla zona di coltivazione delle piante. Ad esempio, l'olio essenziale di Origano(solitamente proveniente da Tunisia, Spagna, Marocco, Messico,Nord Italia), Origanum vulgare, ha come chemotipo il Carvacrolo, a differenza dell'olio essenziale di Origano, Origanum vulg.Hirtum(proveniente da SiciliaeGrecia meridionale)che ha un chemotipo a Timolo. La differenza tra i due è importantissima!!! Il Carvacrolo può risultare dermocaustico ed irritante sulla pellea differenza del Timolo, molto più tollerato esicuroe con le stesse caratteristiche biologiche (antibattericosoprattutto, il Carvacrolo è leggermente più antimicotico).

2. Purezza: un olio essenziale è "vero"solo se è puro al 100%. Difficilmente in commercio si ritrovano prodotti veramente puri per tante ragioni, prima fra tutte il prezzo. Gli oli essenziali sono sostanze molto pregiate e costose, quindi moltissime Aziende preferiscono effettuare quella che tecnicamente viene definita adulterazione, cioè allungano (tagliano) gli oli essenziali aggiungendo sostanze esterne (glicole, glicerina, alcool, oli vegetali) che oltre a modificare la potenza aromatica dell'essenza ne inficiano le attività salutistiche. Una regola generale valida per la maggior parte degli oli essenziali (non tutti, ma quasi) è che se sono puri l'azienda che li commercializza li definisce"Aromi naturali"proprio perché ottenuti naturalmente da piante aromatiche alimentari. Un altro indizio che ci aiuta a capire se un olio essenziale è veramente puro è la posologia per l'uso aromatizzante/alimentare suggerito: è generalmente accettato che un olio essenziale puro può venire assunto per via orale (previo consiglio del Medico e/o Farmacista) in dose massima di 45 mg al giorno (corrispondenti a circa 2 gocce): dosaggi consigliati più alti indicano un prodotto probabilmente non puro.

3. Metodo di estrazione: secondo la Farmacopea Ufficiale, si definisce olio essenziale il risultato della distillazione in corrente di vapore delle piante aromatiche, della spremitura del frutto dei Citrus o della raschiatura della loro scorza. Esiste anche il metodo francese dell'enflourage (molto utilizzato per la lavorazione dei fiori) che prevede l'utilizzo di solventi grassi e la loro successiva eliminazione per mezzo di alcool etilico (normalmente i prodotti ottenuti si definiscono Essenze, e trovano il maggior utilizzo nell'industria profumiera). Altri metodi di ottenimento (per esempio l'estrazione in CO2 supercritica) non danno come risultato un olio essenziale vero, ma un estratto vegetale, una cosa completamente diversa!!! Un olio essenziale non è un estratto ma un distillato, un concentrato cioè di molecole aromatiche condensate.

4. Prezzo: come già accennato, gli oli essenziali sono sostanze mediamente costose, alcuni incredibilmente cari (l'olio essenziale di gelsomino, puro, può arrivare a costare decina di migliaia di euro). Questo perché la loro resa durante la lavorazione è di solito molto bassa (in media tra lo 0,1 e il 2%a seconda della specie vegetale);ciò significa che per ottenere 1 kg di olio essenziale servono dai 1000 ai 50 kg di parte di pianta distillata. Il lavandino ad esempio (Lavandula hybrida) ha una resa maggiore della lavanda (Lavanda angustifolia), il rosmarino (Rosmarinus officinalis) ha una resa inferiore dell'origano (Origanum vulgare). E'consigliabile non utilizzare oli essenziali economici perché se da un lato rechiamo meno danno al nostro portafoglio, dall'altro rischiamo di procurare un danno alla nostra salute.

5. Confezione: il packaging di un olio essenziale ci può aiutare molto nella scelta di un prodotto di qualità. È importante che riporti tutte le informazioni fin qui analizzate (Origine della pianta, Grado di purezza, Metodo di lavorazione,Grado alimentare). Infine il flacone dovrebbe essere sempre provvisto di un goccimetro preferibilmente in HDPE (polietilene ad alta densità)con la protezione per i bambini (tappo childproof).

Dr. Fabrizio Medulla 

Farmacista co-founderprogetto Exentiae -Authentic Sicilian Essenc