HENNE' blog a cura di Cristina Garavaglia
Inizio questa nuova sezione del Blog dedicata alle erbe partendo dal nostro caro amico Hennè.

Il termine di hennè (in inglese henna, in italiano alcanna) deriva dalla parola araba di origine persiana hinna ed indica la polvere ottenuta dalla macinazione delle foglie essiccate della Lawsonia Inermis, un arbusto spinoso appartenente alla famiglia delle Lythraceae, originario delle regioni calde dell'Africa centro-orientale, oggi diffuso nella fascia che si estende dal bacino del Mediterraneo all'India.
Il nome botanico della pianta è da attribuire al medico inglese John Lawson, che per primo la descrisse, mentre il termine inermis si riferisce al fatto che questo arbusto non presenta spine.
Da notare che spesso il termine hennè è utilizzato a sproposito per indicare le miscele tintorie naturali contenenti oltre alla Lawsonia anche altre erbe tintorie (tipo i mix di Radico, Khadì o Phitofilos), la Cassia od il Sidr (il cosiddetto hennè neutro) nonché l'Indigo od il Katam (il famoso hennè nero).
E' bene sapere che si tratta di una terminologia errata perché solo la polvere di Lawsonia può essere tecnicamente chiamata hennè.
Informazioni di base
Utilizzato da secoli per la cura dei capelli, per i tatuaggi rituali (i Mendhi o Mehandi), ma anche per la colorazione dei tessuti, nel mondo della cosmesi eco-bio l'hennè è noto prevalentemente per la cura e la tintura dei capelli ed è utilizzato per ottenere colorazioni che vanno dal rame al rosso cupo fino ad arrivare ai toni del ciliegia.
C'è ovviamente da rilevare che l'hennè si differenzia dalla tinta chimica, anche da quelle definite naturali, che comunque contengono ingredienti di sintesi, perché rilascia sui capelli il pigmento tintorio (chiamato Lawsone) che va a legarsi alla cheratina di cui è composto il capello, senza alterarne la struttura.
Ne consegue che l'hennè, oltre a colorare il capello (di rosso), ne permette anche la cura e indirettamente ne stimola la crescita, evitando la formazione delle doppie punte che spesso ci costringono ad un taglio drastico.
Logicamente, il processo di colorazione naturale tipico dell'hennè (e delle altre erbe tintorie) non garantisce i risultati delle tinte chimiche, che oserei definire standardizzati, ma permette la cura e protezione della chioma, fatto in sè non da poco e, ovviamente, presenta un minor impatto ambientale rispetto ai prodotti di sintesi. A questo proposito c'è da precisare che EcoBioControl indica l'estratto della Lawsonia con il colore verde (quindi ok per salute ed ambiente) mentre indica il principio attivo dell'hennè, il famoso Lawsone, in rosso in quanto estremamente pericoloso in caso di favismo, di cui vi parlerò in un'altra puntata.

C'è poi da precisare che la colorazione raggiungibile con la Lawsonia dipende da molti fattori, alcuni oggettivi altri soggettivi, riportati in ordine di importanza: colore di base dei capelli e porosità degli stessi
stratificazione
paese di origine della pianta e metodo di coltivazione (da cui dipende anche la percentuale di lawsone presente, ovverosia del pigmento tintorio della pianta)
metodo di preparazione dell'impasto (ossidazione, utilizzo di sostanze acide o basiche...)
In linea generale, è possibile affermare che l'hennè regala dei riflessi rossi percepibili al sole su capelli molto scuri, mentre colora di rosso ciliegia/mogano i capelli castani e di rosso rame i capelli chiari, ossigenati o bianchi.
Per quanto riguarda le miscele di Lawsonia ed altre erbe tintorie, che permettono di ottenere colorazioni diverse dal rosso (dal biondo al nero), è bene verificare le piante contenute per capire a quale colore ci si possa avvicinare, in base al colore di partenza dei capelli, spesso anche con l'aiuto delle tabelle proposte dalle diverse marche.
Altro discorso importante da affrontare, sempre relativo a colorazione ed hennè, riguarda il tono di colore raggiungibile: dato che l'hennè si lega alla cheratina del capello possiamo affermare che la Lawsonia colora tono su tono.
Non a caso si parla della (temuta o desiderata) famosa stratificazione, un fenomeno dovuto al sovrapporsi di più strati di hennè sul capello, per effetto di più applicazioni, soprattutto se ravvicinate nel tempo, ed anche del livello di porosità del capello, in quanto un capello poco poroso tende a stratificarsi più facilmente.
La conseguenza è che avremo un capello sempre più scuro nella parte trattata rispetto alla ricrescita ed alla base di partenza.
Va da sé che la stratificazione è benedetta nel caso si desideri il tono freddo (ciliegia/mogano) e da evitare nel caso si desideri il tono caldo (rame).
Considerate anche che l'hennè non schiarisce come una tinta chimica, pur tendendo a scaricare nel tempo, anche per effetto di impacchi a base oleosa, ma è tutto soggettivo.
Non a caso si parla di de-stratificazione per intendere il processo di eliminazione di strati di hennè, ma anche in questo caso vale la pena precisare che il tutto dipende da molti fattori soggettivi tra cui:
livello di stratificazione
porosità del capello
tempo di non utilizzo
Va comunque specificato che il rosso permane e per toglierlo bisogna tagliare.
Altro discorso riguarda la tendenza dell'hennè a scaricare durante il lavaggio con il risultato che l'acqua di scarico risulterà sui toni dell'arancio o rosso, cosa che purtroppo potrebbe anche verificarsi dopo un bagno al mare o in piscina od alle terme, macchiando asciugamani ed accappatoi. Anche in questo caso si tratta di un fenomeno soggettivo perché ad alcune persone capita anche a distanza di tempo dall'hennata (e suggerirei allora di non farla prima di andare al mare) ed ad altre, me compresa, non capita quasi mai. In questo caso non si parla di de-stratificazione perché in realtà il colore pur scaricando non si schiarisce, semplicemente si rischia di colorare la qualunque di rosso, quindi attente a quando fare l'hennè.
Sempre a proposito di scarico del colore durante il lavaggio, è bene precisare che il fenomeno è molto più evidente con le altre erbe tintorie (indigo, katam, campeggio) od in caso di utilizzo di hennè con picramato.
E' anche il caso di ricordare che alcune erbe ayurvediche agevolano lo scarico dell'hennè, in primis Shikakai e Aretha (ma anche argille come il Ghassoul), mentre al contrario il Sidr aiuta a fissare la colorazione, soprattutto di Indigo e Katam, grazie alla sua alta percentuale di potassio.
Altro discorso importante riguarda la schiaritura, che con le erbe è impossibile semplicemente perché schiarire equivale a depigmentare il capello (= sottrare melanina), ossia decolorare e ciò è possibile solo utilizzando prodotti di sintesi, che bene non fanno alle nostre chiome nè all'ambiente che ci circonda.
Ciò ovviamente non significa che alcune erbe non possano servire a scaricare il colore dell'hennè, ossia a de-stratificare, o che non possano regalare riflessi chiari a capelli chiari di base ed ai capelli bianchi, ma è un discorso diverso dalla schiaritura vera e propria.
Nota impirtante: su capelli di colore chiaro di base (o decolorati) occorre prestare molta attenzione ad utilizzare anche le erbe non tintorie, perché ad eccezione di poche erbe (il sidr ad esempio) tutte le altre tendono a scurire con l'utilizzo ripetuto, anche se ovviamente si tratta di un fenomeno temporaneo, visto che si parla, appunto, di erbe non tintorie.
La copertura dei bianchi
In linea teorica, l'hennè è in grado di coprire i bianchi, anche se presenti in percentuale del 50-80%, soprattutto se si effettuano pose ravvicinate.
Anche in questo caso il risultato è soggettivo, in quanto per alcune persone l'operazione risulta agevole, per altre abbastanza difficoltosa.
Quanto sopra vale parlando della sola Lawsonia.
Per colorazioni diverse dal rosso e, quindi, in caso di utilizzo di altre piante tintorie, il consiglio migliore per la copertura dei bianchi è effettuare il doppio passaggio, ovvero utilizzare in primis la Lawsonia pura (un paio d'ore dovrebbero bastare) e successivamente il mix colorato a disposizione (sempre un paio d'ore) che generalmente contiene già una certa dose di Lawsonia.
In caso di mix fai da te, si consiglia di inserire nel secondo passaggio anche una certa percentuale di Lawsonia (20-30%), cosa che peraltro su basi molto stratificate potrebbe non essere necessaria.
Per i lavaggi successivi all'hennata vi suggerisco di utilizzare il Sidr che agevola la fissazione del colore.
La scelta dell'hennè
Argomento molto importante è escludere la presenza di picramato, che non è il male assoluto, sia chiaro, ma a condizione di non essere allergiche, incinta o in allattamento.
Il mio consiglio è di leggere l'INCI: che deve riportare solo Lawsonia Inermis ed altre eventuali erbe tintorie e non la scritta sodio picramato (o picramatum) o peggio ancora la ppd.
Attenzione a comprare gli hennè sfusi: in questo caso vi suggerisco di chiedere di verificare l'INCI prima di acquistare.
Personalmente li evito perché non esiste per il consumatore la possibilità di essere certi sulle modalità e tempi di conservazione (ricordatevi che l'hennè ha una scadenza di circa 2 anni, decorsi i quali potrebbe colorare di meno).
Sempre rimanendo in tema di INCI, è bene precisare che per i cosiddetti hennè etnici, importati direttamente dai paesi di produzione extra UE, non soggetti pertanto alla normativa cosmetica UE, non sussiste l'obbligo di indicare l'elenco completo degli ingredienti, ciò significa che non si può essere matematicamente certi del loro contenuto e che in caso di allergia, gravidanza o allattamento sarebbe bene utilizzare solo hennè prodotti in UE e soggetti al regolamento 1223/2009 sui cosmetici (es. Radico, Janas, Khadì, Phitofilos, Tea Natura, La Saponaria).
Più in generale, in caso di utilizzo per la prima volta di hennè o erbe ayurvediche sarebbe bene effettuare una prova allergica: applicando una piccola dose di impasto sulla parte interna dell'avambraccio, per lo stesso tempo di posa che fareste sui capelli, per poi sciacquare bene bene. Qualora, trascorse 72 ore, si dovessero notare reazioni anomale è opportuno non utilizzare hennè e approfondire con lo specialista la possibile presenza di allergie con gli appositi test cutanei.